Pero - Pira bau
Pira de bau, pira 'e bau
La “Pira de Bau”, prende il nome dall’omonima località “Bau”, in agro di Arbus. Venne introdotta a Gonnosfanadiga dai numerosi contadini del paese che, all’inizio del secolo scorso, trovarono occupazione nelle vaste coltivazioni frutticole, vitivinicole ed orticole create dall’amministrazione mineraria dell’epoca per sostentare i centri minerari limitrofi. Oggi la “Pira de Bau” è uno dei 214 Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT) della Sardegna, insieme ad altre cultivar di pero. La presenza di numerosi esemplari vetusti, diffusi nell’agro di Gonnosfanadiga ne testimoniano l’esistenza nel territorio dai primi decenni del ventesimo secolo.
Scheda della risorsa PDF
Regno: Vegetale
Famiglia: Rosaceae
Genere: Pyrus
Specie: Pyrus communis L.
Area di origine: Areali frutticoli della Sardegna
Rischio di estinzione e/o erosione genetica: Si
Agricoltori custodi: Patteri Maria Salvatorina Ignazia | Ditta Zedda Mauro Peppino
I
peri domestici sardi spesso derivano dall’innesto dei peri selvatici “pirastru” con varietà gentili. La Pira de Bau secondo gli anziani frutticoltori è nata così,
innestando una qualità di pero proveniente dalla vicina zona mineraria di “Bau”,
non lontano dall’agro di Gonnosfanadiga. Mario Agabbio, nella sua pubblicazione
del 1994, ha fornito una puntuale descrizione dell’ecotipo che si è diffuso con
la tecnica dell’innesto suddetta chiamandola appunto “Pera Bau”. Al giorno d’oggi invece si tende a preferire la dizione “Pera de Bau” perché Bau costituisce il toponimo da cui ha preso
nome. A Gonnosfanadiga, (Dizionario di
Angius-Casalis) le favorevoli condizioni pedo-climatiche e la ricchezza
d’acqua, consentirono di praticare la frutticoltura specializzata: “Tutte le specie de’ fruttiferi coltivati
nell’isola vi allignano mirabilmente, aranci, limoni, noci, castagni, persici,
susini, melograni, ulivi, albicocchi, mandorli, ciriegi, peri, e pomi di molte
varietà e di gratissimo sapore. Il numero di tutte queste piante forse supera i
due milioni d’individui. Si fa un grande smercio di tutte le frutta e
principalmente delle ciriegie, pere e mele, vendendosi nei dipartimenti vicini,
che ne scarseggiano, e nella capitale.”
Link e documenti correlati
Albero di debole vigore, con tipo di ramificazione forte, a portamento pendulo ricadente, altamente produttivo, presenta rami di color marrone con poche lenticelle; i giovani germogli hanno colorazione antocianica dell’apice vegetativo assente o molto debole. La dimensione delle foglie è piccola, la forma dell’apice acuta, la forma della base è ad angolo retto. La posizione della foglia, in relazione al ramo, è verso il basso, mentre il rapporto lunghezza/larghezza della lamina fogliare è piccolo, la dentatura del margine fogliare è assente, il picciolo lungo, le stipole assenti. L’epoca di inizio fioritura è tardiva, le gemme fiorali hanno lunghezza media, i petali sono separati, di forma ovata; lo stigma sta sopra il livello degli stami. Il diametro del fiore è medio. L’epoca di maturazione per la raccolta è precoce, il frutto piccolo o medio, di forma turbinata; la buccia ha un colore di fondo verde-giallastro, con tonalità di sovraccolore rosso scuro, ed estensione dell’area di sovraccolore ampia. Il peduncolo, obliquo rispetto all’asse, si presenta di media lunghezza e di spessore sottile, con profondità della cavità del peduncolo assente o molto piccola. Alla raccolta la cavità calicina del frutto è media, mentre l’ampiezza della stessa è ampia. La tessitura della polpa è fine, di consistenza e succosità medie, il seme di forma ellittica. La polpa si presenta di colore bianco, molto aromatica, di consistenza e succosità medie; i frutti sono di aspetto gradevole, di ottimo sapore, di media pezzatura.