Mandorlo Arrubia - Ramo con frutti

Mandorlo Arrubia

Deve il suo nome al colore del mallo, appunto soffuso di rosso (arrubia in sardo campidanese significa rossa). Si trovano notizie della sua coltivazione nella provincia di Cagliari già nel Catasto agrario d’Italia del 1929.

Scheda della risorsa PDF

Regno: Vegetale

Famiglia: Rosaceae

Genere: Prunus

Specie: Prunus amygdalus Batsch. v

Area di origine: Villacidro e areali frutticoli della Sardegna

Rischio di estinzione e/o erosione genetica: Si

Agricoltori custodi: Società agricola Agave | Filippeddu Santino | Pisu Francesco Luigi ... Vedi tutti

Sino al Novecento le cultivar locali sono poco menzionate nelle fonti storiche. Anche Andrea Manca dell’Arca, di solito prodigo di informazioni, tratta del mandorlo sardo senza specificare bene le varietà locali: «Mi dispiace non aver espressioni bastevoli la mia penna di persuader a quelli, che in Sardegna possiedono terreni situati in faccia al levante o mezzogiorno, montuosi o piani, acciocché piantino mandorli in quantità». 

Sempre in Manca dell’Arca troviamo indicazioni su come seminarle e un cenno a quella che potrebbe essere la cultivar Arrubia: «Si moltiplica facilmente in due maniere, o trapiantando i moltiplici getti, che caccia dalle radici, in fossi alti e larghi piedi due nel mese di novembre, ovvero seminando mandorle di buona razza, e di quelle, che si vedono prosperare e render copia di frutti; quelle di gariglio grosso e di scorza sottile sono buone, benché se la scaglia è tanto morbida, che si rompe colli denti non son mandorle da conservar molto tempo»

Nel Catasto agrario d’Italia del 1929 troviamo la citazione della mandorla Arrubia con una indicazione sulla sua intensità di coltivazione nella provincia di Cagliari.

Due anziani testimoni intervistati da Agabbio nel 1994 riferivano che fosse originaria di Villacidro, da cui si sarebbe diffusa nella Sardegna meridionale, soprattutto in Marmilla, areale in cui si trova attualmente un discreto numero di alberi. 

B1 Presenza/legame con il territorio
B1.1 Identificazione della risorsa
B1.2 Area geografica
B1.3 Risorsa presente nel Comune/Area geografica di origine o introdotta da altro territorio
B1.4 Tempo di presenza della risorsa in quel territorio
B1.5 Percezione dell'entità del legame della risorsa con il territorio
B2 Informazioni storiche, antropologiche, indagini e studi scientifici
B2.1 Disponibilità di documentazione storica/archivistica a supporto del legame della risorsa genetica con il territorio
B2.2 Bibliografia
B3 Conoscenze tradizionali associate
B3.1 Utilizzo alimentare della risorsa
B3.2 Utilizzo non alimentare della risorsa
B3.3 Ambito di processo
B3.4 Processo di lavorazione del prodotto
Selezionare metodo di conservazione:
Selezionare metodo di trasformazione:
B3.5 Tecniche di allevamento, di gestione e di riproduzione
B3.6 Principali ragioni di utilizzo di una risorsa genetica
B3.7 Impiego durante eventi culturali, religiosi, folkloristici etc.
B4 Trasmissione dei saperi relativi a coltivazione e uso della varietà
B4.1 Cenni storici (specificare)

Traccia:

  • Riferimento a riti e simboli nell'allevamento (lune, ricorrenze, ecc.), scambio di materiale genetico fra allevatori (ora e/o in passato), proverbi, favole, detti, storie legate alla cultura, nomi di prodotti derivati
  • Ricette (allegare, in formato digitale, le eventuali ricette alla sezione altri file, correlandola alla tipologia "file relazione storica")
  • Modalità di trasmissione dei saperi (scritta, orale etc.). Componenti della famiglia coinvolti nella trasmissione delle informazioni
  • Quali esperienze e quali soggetti sono stati fondamentali nell’apprendere i saperi relativi al bene? Chi ha trasmesso questi saperi? In quali occasioni?
  • A chi si stanno trasmettendo questi saperi? In quali occasioni? Sono stati introdotti cambiamenti rispetto ai saperi tradizionali?
B5 Note e commenti
B1.2 Area geografica
B1.3 Risorsa presente nel Comune/Area geografica di origine o introdotta da altro territorio
B1.4 Tempo di presenza
B1.5 Percezione dell'entità del legame della risorsa con il territorio
B2 Informazioni storiche, antropologiche, indagini e studi scientifici
B2.1 Disponibilità di documentazione storica/archivistica a supporto del legame della risorsa genetica con il territorio
B2.2 Bibliografia
B3 Conoscenze tradizionali associate
B3.1 Utilizzo alimentare della risorsa
B3.2 Utilizzo non alimentare della risorsa
B3.3 Ambito di processo
B3.4 Processo di lavorazione del prodotto
Selezionare metodo di conservazione:
Selezionare metodo di trasformazione:
B3.5 Principali ragioni di utilizzo di una risorsa genetica
B4 Trasmissione dei saperi relativi a coltivazione e uso della varietà
Cenni storici (specificare)

Traccia:

  • Riferimento a riti e simboli della coltivazione (lune, ricorrenze, ecc.), scambio di seme fra agricoltori (ora e/o in passato), proverbi, favole, detti, storie legate alla cultura, nomi di prodotti derivati
  • Ricette (allegare, in formato digitale, le eventuali ricette alla sezione altri file, correlandola alla tipologia "file relazione storica")
  • Modalità di trasmissione dei saperi (scritta, orale etc.). Componenti della famiglia coinvolti nella trasmissione delle informazioni
  • Quali esperienze e quali soggetti sono stati fondamentali nell’apprendere i saperi relativi al bene? Chi ha trasmesso questi saperi? In quali occasioni?
  • A chi si stanno trasmettendo questi saperi? In quali occasioni? Sono stati introdotti cambiamenti rispetto ai saperi tradizionali?
B5 Note e commenti

Link e documenti correlati

Albero di elevato vigore, ramificato a portamento assurgente e mediamente produttivo, fruttifica sui rami misti e sui mazzetti di maggio. E’ presente colorazione antocianica dell’apice dei germogli sui rami di un anno.

Le foglie sono lunghe e larghe, di colore verde presentano una o due glandole fogliari e picciolo medio.

L’epoca di fioritura è media. Il colore predominante del fiore è bianco, sono presenti pochi fiori doppi nelle gemme. Varietà autofertile, presenta 1-2 pistilli.

L’epoca di maturazione per la raccolta è intermedia; il frutto è di dimensione media-grande, di forma oblunga, presenta facile separazione dal mallo ma è di difficile raccolta. Il guscio si presenta ad intensità di colore media, con incisioni del guscio (pori) moderate (moderatamente poroso), duro e con valve del guscio saldamente chiuse, con dimensione della mandorla piccola e di forma ellittica. Il colore del tegumento è marrone molto scuro.

Di sapore leggermente amaro, con bassa percentuale di semi doppi (1%) e resa in sgusciato pari al 30%. Presenta scarsa sensibilità alla monilia (Monilinia fructigena).

Nel complesso varietà autocompatibile, di media produttività, interessante per la scarsa percentuale di semi doppi, l’elevata resa in sgusciato e la facilità di distacco del mallo dal guscio.

Informazioni risorsa
A1 Caratterizzazione morfologica
A2 Inquadramento agro-ambientale
A2.1 Identificazione sito

Luogo di conservazione

Modalità di conservazione In Situ/On Farm

Modalità di conservazione Ex Situ

 

A2.2 Conduttore dell'azienda

Attività agricola prevalente

A2.3 Ordinamento produttivo prevalente dell'azienda
A2.4 Caratteristiche luogo allevamento
A2.5 Rischio di erosione genetica o di estinzione
A2.6 Sistema allevamento
A2.7 Origine del materiale allevato

Origine riproduttori

Epoca di introduzione in azienda

Luogo dove è stato inizialmente reperito

A2.8 Consistenza
A2.9 Ruolo della risorsa in azienda
A2.10 Usi della risorsa

Destinazione

Ambito di processo

A2.11 Metodo di riproduzione
A2.12 Commercializzazione
A2.13 Rischio di perdita dell'accessione a giudizio del rilevatore
A2.14 Notizie su altre popolazioni o individui simili locali scomparsi
A3 Caratteri produttivi e riproduttivi

Fornire le sottostanti informazioni relative ai caratteri produttivi e riproduttivi della razza, in funzione della specie che si considera.
Caratteri produttivi
- per animali da latte: livelli produttivi di primipare e adulte per lattazione e durata lattazione, eventualmente % TG e TP per lattazione
- per animali da carne: peso a età tipiche (nascita, svezzamento o 30 gg, 90 gg, 6 mesi, 1 anno, peso medio alla macellazione
Caratteri riproduttivi
- stagionalità dell'estro: poliestro continuo o stagionale, periodo di anaestro
- età media al primo parto
- fertilità annua (intesa come rapporto percentuale tra il numero delle femmine partorite ed il numero delle femmine messe in riproduzione).
- prolificità (intesa come rapporto percentuale tra i nati ed il numero delle femmine partorite).
- fecondità annua (intesa come rapporto percentuale tra i nati ed il numero delle femmine messe in produzione).

A2 Inquadramento agro-ambientale

Luogo di conservazione

 
A2.1 Identificazione sito collezione
A2.2 Conduttore dell'azienda

Attività agricola prevalente

A2.3 Ordinamento produttivo prevalente dell'azienda
A2.4 Caratteristiche luogo di collezione
A2.5 Origine del materiale collezionato

Luogo dove è stata inizialmente reperita la risorsa

A2.6 Materiale ritrovato/collezionato

Tipo

Quantità

A2.7 Parti della pianta utilizzate

Selezionare almeno una voce

A2.8 Usi della pianta

Destinazione

ambito

A2.9 Metodo di propagazione
A2.10 Tipo di portainnesto
A2.11 Sistema colturale
A2.12 Gestione colturale

Avversità - tipo/diffusione

A2.13 Modalità di raccolta
A2.14 Metodi di conservazione e trattamento post-raccolta
A2.15 Commercializzazione
A2.16 Rischio perdita dell'accessione
A2.17 Notizie circa altre collezioni o varietà simili locali scomparse
A3 Caratterizzazione genetica e/o morfo-colorimetrica dei caratteri seminali e fruttiferi
A4 Caratterizzazione genetica

Non obbligatoria, se non su richiesta specifica della Commissione tecnico-scientifica

A4 Note e commenti
A5 Note e commenti

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