Fico Murra
La coltivazione del fico in Sardegna ha origini antichissime, risalenti all’età del Rame. Anche per questa ragione, probabilmente, si sono differenziate numerose varietà con caratteristiche diverse Agli inizi dell’Ottocento Francesco d’Austria Este descrisse brevemente i fichi sardi e le abitudini alimentari locali: «I fichi sono un frutto molto abbondante in tutta la Sardegna nelle vigne, e nelle campagne, ve ne sono dei neri e dei verdi, vengono a due riprese, gli alberi fanno due cacciate, e così si hanno fichi dal Luglio sino alla fine di Ottobre, e sono buoni. Se ne vende in quantità e a basso prezzo, ne fanno anche seccare molti.»
Scheda della risorsa PDF
Regno: Vegetale
Famiglia: Moraceae
Genere: Ficus
Specie: Ficus carica L.
Area di origine: Areali frutticoli della Sardegna
Rischio di estinzione e/o erosione genetica: Si
Agricoltori custodi: In Our garden di Ramona Bavassano | Ditta Zedda Mauro Peppino
La coltivazione del fico in Sardegna ha origini antichissime: le prime tracce della sua conoscenza risalgono almeno all’età del Rame (4000-3000 a.C.), e anche successivamente, in epoca nuragica, sono stati rinvenuti in numerosi siti archeologici semi di Ficus carica, consociati a quelle di vite e semi di fico selvatico.
Sicuramente in Età punico-fenicia e nel Periodo romano proseguì l’affezione dei sardi nei confronti di una pianta così bene acclimatata al suolo sardo e così generosa nei frutti.
Nei testi medievali troviamo enumerate diverse varietà di fichi e il caprifico; i fichi appaiono come un frutto desiderabile, oggetto di lasciti e compere, ben conosciuto.
Murra in sardo significa grigio. La cv descritta da Agabbio (1994) e nella corrispondente scheda RISGENSAR in effetti pur presentando un colore violaceo della buccia pare assumere anche delle sfumature verde-grigiastre. Questa cv è stata citata da Giacinto Moris nella Flora Sardoa (1837) che la considera simile alla Portoghese descritta da Giorgio Gallesio. Mario Agabbio la considera “presumibilmente locale” e «interessante per le discrete dimensioni dei frutti, l’elevato tenore zuccherino e la buona produttività»
Link e documenti correlati
Pianta dal vigore medio-elevato, a portamento aperto o espanso.
Foglie pentalobate con lobo centrale circolare e lobi laterali di forma ovata circolare.
Frutti medio-grandi (50-110 g), piriformi, con apice piatto e collo presente, dalla buccia violacea. Maturazione medio-tardiva.