Fagiolo - Ruviu Barantinu
Ruviu Barantinu - rosso quarantino
I fagioli di ORGOSOLO appaiono coltivati in abbondanza già all’inizio del secolo scorso. Infatti nel 1929 il Catasto Agrario ne testimonia la discreta coltivazione a Orgosolo, che perdura sino agli anni ’70, quando l’orticoltura da tradizionale diventa per molti residuale rispetto al consumo di prodotti di botteghe prima e GDO poi. Negli anni ’90 con la nascita dell’interesse verso l’agrobiodiversità, a livello accademico e popolare si sviluppa nuovamente un’orticoltura volta a recuperare cultivar e sapori del passato, con più consapevolezza. Le attuali collezioni e le attuali coltivazioni nei borghi sardi sono l’esito di questo interesse. Il legame tra le cultivar di fagiolo Horru ‘e hapra e Barantinu con la comunità antropica orgolese è radicato e forte e ancora oggi vengono coltivati negli orti del paese.
Scheda della risorsa PDF
Regno: Vegetale
Famiglia: Fabaceae
Genere: Phaseolus
Specie: Phaseolus vulgaris L. Subsp. vulgaris
Area di origine: Orgosolo e areali orticoli della Sardegna
Rischio di estinzione e/o erosione genetica: Si
Agricoltori custodi: Basile Matteo | Lavra Michele
I fagioli sono stati coltivati in Sardegna sin dal
XVI secolo. Arrivati sull’Isola precocemente dalle Americhe, da poco
“scoperte”, a seguito di soldati, commercianti o missionari spagnoli, in un
periodo storico in cui la Sardegna era sotto il diretto dominio della Corona
spagnola (1479-1713). Le prime attestazioni della coltivazione dei fagioli
americani da parte dei sardi si trovano in Giovanni Francesco Fara nel 1580
(Guigoni 2009: 275). Un documento manoscritto del 1661 sui Terzi Quinti della
Chiesa cattolica, conservato all’Archivio arcivescovile di Cagliari, accenna a
forment, ordi, favas, lentias e a fasoli (Guigoni 2009: 276).
L’isola era, sin dall’antichità, consumatrice e
coltivatrice di frumenti e legumi di varia natura, quindi non meraviglia che i
fagioli americani si siano introdotti con facilità, specie in quelle zone di
montagna o collina irrigue, in condizioni pedo-climatiche favorevoli. Nel 1780
l’agronomo sassarese Andrea Manca dell’Arca elenca una serie di fagioli
coltivati sull’isola: “I fagioli li
conoscono in Sardegna di tre spezie, cioè: i fagioli morischi, di Barbaria, più
grossi, e quelli appellati cornuti per la similitudine delle teghe lunghe come
corna di capra: quelli morischi variano più nei colori perché si vedono a guisa
di gemme di diaspro, rossi, bianchi, neri e scritti, e fanno le teghe più
piccole; dei morischi e barbareschi ne seminano gli ortolani per vender le
teghe fresche che servono per insalate; e benché il barbaresco è primitivo, fa
le teghe più grandi e grani lunghi e grossi; e sono di nutrimento più leggiero
delli morischi”.
Il legame tra le cultivar di fagiolo Horru ‘e hapra e
Barantinu con comunità antropica orgolese è radicato e forte e ancora
oggi vengono coltivate negli orti.
Secondo la signora Assunta Biscu (classe 1945), una
delle testimoni intervistate, la coltivazione dei fagioli nel tempo è andata a
diminuire poiché ormai si preferisce acquistarli già pronti al supermercato e
ritiene che sia piuttosto complicato coinvolgere i giovani e invogliarli nella
coltivazione di queste varietà locali e sarebbe un peccato perdere questa
esperienza.
I ricordi risalgono alla sua infanzia: “Conosco il fagiolo locale Orgolese “Ruviu
Barantinu” da circa 70 anni, poiché ai tempi in cui frequentavo la scuola
elementare nel lontano 1955 le maestre portavano noi alunni presso vari orti
dislocati all’interno del paese ma molto più frequentemente presso un orto
situato vicino alla Chiesa campestre di Sant’Anania e Sant’Egidio, a circa 4 km
dal centro del paese. Una volta giunti lì ci veniva mostrata la coltivazione di
una serie di fagioli, tra cui il Ruviu Barantinu; ci veniva mostrata ogni fase
del ciclo vitale del fagiolo, dalla semina alla raccolta. Rispetto alle altre
varietà di fagiolo, il Ruviu Barantinu era quello che maggiormente veniva
“stehau”, cioè veniva sbucciato dal baccello e lasciato asciugare prima della
consumazione”.
Link e documenti correlati
Pianta con accrescimento di tipo rampicante, con
velocità di accrescimento medio (ca 200 cm dopo 50gg). Foglia terminale di
colore verde, di forma da circolare a quadrangolare di taglia media. Il
fiore è rosa con ali rosa. Il bacello ha una lunghezza media di 11 cm e larghezza media di 12 mm, una curvatura di grado forte o molto forte, un
colore primario giallo-verde e secondario assente, presenta una sezione
ellittica/ovale. Il seme di peso medio di ca 31 gr. (per 100 fagioli) di forma reniforme ha dimensioni di circa 8x14 mm di colore rosso. Epoca di fioritura
media.