Fagiolo - Faita precotze
Il fagiolo “Faita precotze” o “Cabudarza” è un fagiolo rampicante coltivato tradizionalmente a terra con utilizzazione di tutori e/o reti di sostegno nell’areale di Tiana.
Scheda della risorsa PDF
Regno: Vegetale
Famiglia: Fabaceae
Genere: Phaseolus
Specie: Phaseolus vulgaris L. Subsp. vulgaris
Area di origine: Tiana e areali orticoli della Sardegna
Rischio di estinzione e/o erosione genetica: Si
Agricoltori custodi: Società Agr. Santamada S.S. | Azienda agricola Massimo Zedda
Tiana, come altri centri dell'isola, fin dalla preistoria poi nel Medioevo fino ad oggi è sempre stata stabilmente popolata. Nella zona i frati minori potrebbero avere introdotto il fagiolo, denominato in dialetto tianese ‘faita’ (piccola fava) già a partire dal XVI secolo. A dimostrazione della bontà dei legumi tianesi, Vittorio Angius e Goffredo Casalis nel 1696, nel loro dizionario scrivevano che “il prodotto massimo di legumi di Tiana lodasi ottimo. Può aversene l’8 per 1”. E così anche il dizionario corografico dell'Italia del 1871. Il catasto d'Italia del 1929, mostra l'ottima specializzazione nella coltivazione dei fagioli tianesi: 9 ettari. Nel 1960, Giuseppe Manca, nel suo libro ‘Saldigna’ ribadisce che l'orticoltura e la coltivazione dei legumi a Tiana avevano un ruolo importante. Tecnici dell’Ispettorato compartimentale dell’agricoltura di Cagliari nel 1967/69, a seguito di sopralluogo a Tiana stimarono in 100 ettari le superfici irrigate di cui, il 75% a fagiolo e patate, connesse a forte impiego di lavoro. A fine 1990 il CBV dell'Ateneo di Sassari mostra interesse per le biodiversità ortive sarde, mentre Agris ne descrive e caratterizza diverse accessioni, anche sotto il profilo dei resistenza ai virus. Nel 2003, nel volume “Sardegna”, parte di un progetto enciclopedico dedicato a tutte le regioni d’Italia, si evidenzia la specializzazione dei tianesi: “in un recente passato (Tiana) ha legato il suo nome alla produzione di fagioli che venivano scambiati e commercializzati in numerosi centri dell'isola, e allo sfruttamento delle abbondanti acque dei fiumi “Torrei e Bau ‘e Fonne”. Nel 2009 viene pubblicato il libro Risorse genetiche di fagiolo comune della Sardegna, dove sono raccolte anche due accessioni tianesi donate da un agricoltore custode: Faita sorgonesa e Faita de colore. Nel 2013, è stato assegnato il Bollino Blu al fagiolo tianese da
parte del Ministero delle politiche agricole e inserito nell’elenco dei PAT come prodotto agroalimentare tradizionale.
Link e documenti correlati
Pianta rampicante mediamente vigorosa e di forma rettangolare, presenta inizio di avvolgimento medio-tardivo (48 gg) che prosegue con velocità media sino a un’altezza superiore ai 200 cm.
Le foglie sono verdi ad intensità di colore e rugosità media, con la fogliolina terminale di taglia media di forma da circolare a quadrangolare.
I fiori sono a stendardo ed ali bianche. L’epoca di fioritura è media (49 gg).
I baccelli, di lunghezza media (12-14 cm) sono larghi (14-17 mm), si presentano in sezione trasversale a livello del seme di forma da ellittica o ovale, a tessitura della superficie rugosa, a curvatura media o forte e dotati di becco (12mm). Il colore di fondo è verde, con colorazione secondaria assente; a maturazione fisiologica è giallo; il filo di sutura ventrale è assente. Allo stato secco presentano strozzature assenti o molto lievi maturità sono indeiscenti, contengono di norma 5 semi ovali.
Il seme maturo (morfotipo bianco allungato troncato), di larghezza (8,6 mm) e lunghezza (12,7 mm) media si caratterizza per avere un peso basso (29 gr/100 semi), è di forma da tondeggiante a ellittica, monocolore completamente bianco (assenza di colorazione secondaria).
Il ciclo di sviluppo, dalla semina alla maturazione cerosa è medio (81gg). Non viene evidenziata resistenza alle principali fitopatie. Il numero legumi per pianta è di 84; il numero di semi per legume: 5; il peso di 100 semi secchi è basso (29 gr); l’attitudine al consumo: mangiatutto (taccola) e granella secca. Non sensibile all’antracnosi.