Foresta Burgos, cavallo del Sarcidano. Gruppo di cavalli a passeggio

Cavallo del Sarcidano

È considerata una delle razze più antiche della Sardegna anche se è stata l’ultima, in ordine cronologico, delle razze autoctone sarde ad essere ufficialmente riconosciuta e iscritta tra le razze italiane a limitata diffusione. Da un punto di vista genetico è vicina al gruppo dei pony autoctoni italiani e presenta forti componenti di origine spagnola e araba, analogamente ad altre razze del centro e sud Italia.

Scheda della risorsa PDF

Regno: Animale

Famiglia: Equidae

Genere: Equus

Specie: Equus caballus

Area di origine: Altopiano del Sarcidano

Attitudine: Lavoro ed equitazione da campagna

Rischio di estinzione e/o erosione genetica: Si

Allevatori custodi: Agrimelis di Luca Melis

Link e documenti correlati

La sua storia è ancora tutta da scoprire, ma gli studi svolti finora hanno dimostrato che presenta degli elementi di ancestralità e una certa affinità con altre razze equine di origine iberica. Le informazioni storiche a disposizione fanno supporre che il Cavallo del Sarcidano sia uno dei discendenti del cavallo comune sardo (anticamente denominato cavallo volgare), ossia della popolazione equina indigena isolana presente fin da epoche antiche in tutta la Sardegna.

Il nome della razza deriva dalla zona della Sardegna in cui venivano storicamente allevati, il Sarcidano appunto, e precisamente nell’altopiano di Santa Sofia presso la tenuta dei Marchesi Aymerich di Laconi.

Sebbene sia una razza che consta di un numero ridottissimo di individui, suscita un notevole interesse per le sue potenzialità come cavallo da sella. Negli ultimi anni si sta assistendo ad un incremento del numero di allevamenti privati di questa razza e al tentativo di valorizzarla nelle varie discipline sportive. I due principali nuclei di allevamento sono rappresentati dal nucleo di proprietà del Comune di Laconi (circa 60 capi), che vive allo stato semi-selvatico presso la foresta demaniale di Funtanamela, e dal nucleo di proprietà dell’Agenzia regionale ASVI Sardegna (circa 20 capi), allevato presso l’azienda di Tanca Regia di Abbasanta. Entrambi i nuclei derivano da soggetti di proprietà privata di uno storico allevatore e custode della razza di Laconi (OR).

Secondo i dati dell’Associazione Nazionale degli Allevatori delle Razze Equine e Asinine Italiane (ANAREAI), attualmente sono iscritti al Libro Genealogico delle razze equine e asinine a limitata diffusione solamente un centinaio di capi.

La ridotta consistenza numerica, l’elevata consanguineità e la pratica del meticciamento fanno sì che questa razza rientri nella categoria “critica” della classificazione FAO del 2013 relativa al rischio di erosione genetica.

I libri genealogici e i registri anagrafici sono gestiti da Anareai - qui è possibile scaricare la scheda del Cavallo del Sarcidano.

B1 Presenza/legame con il territorio
B1.1 Identificazione della risorsa
B1.2 Area geografica
B1.3 Risorsa presente nel Comune/Area geografica di origine o introdotta da altro territorio
B1.4 Tempo di presenza della risorsa in quel territorio
B1.5 Percezione dell'entità del legame della risorsa con il territorio
B2 Informazioni storiche, antropologiche, indagini e studi scientifici
B2.1 Disponibilità di documentazione storica/archivistica a supporto del legame della risorsa genetica con il territorio
B2.2 Bibliografia
B3 Conoscenze tradizionali associate
B3.1 Utilizzo alimentare della risorsa
B3.2 Utilizzo non alimentare della risorsa
B3.3 Ambito di processo
B3.4 Processo di lavorazione del prodotto
Selezionare metodo di conservazione:
Selezionare metodo di trasformazione:
B3.5 Tecniche di allevamento, di gestione e di riproduzione
B3.6 Principali ragioni di utilizzo di una risorsa genetica
B3.7 Impiego durante eventi culturali, religiosi, folkloristici etc.
B4 Trasmissione dei saperi relativi a coltivazione e uso della varietà
B4.1 Cenni storici (specificare)

Traccia:

  • Riferimento a riti e simboli nell'allevamento (lune, ricorrenze, ecc.), scambio di materiale genetico fra allevatori (ora e/o in passato), proverbi, favole, detti, storie legate alla cultura, nomi di prodotti derivati
  • Ricette (allegare, in formato digitale, le eventuali ricette alla sezione altri file, correlandola alla tipologia "file relazione storica")
  • Modalità di trasmissione dei saperi (scritta, orale etc.). Componenti della famiglia coinvolti nella trasmissione delle informazioni
  • Quali esperienze e quali soggetti sono stati fondamentali nell’apprendere i saperi relativi al bene? Chi ha trasmesso questi saperi? In quali occasioni?
  • A chi si stanno trasmettendo questi saperi? In quali occasioni? Sono stati introdotti cambiamenti rispetto ai saperi tradizionali?
B5 Note e commenti
B1.2 Area geografica
B1.3 Risorsa presente nel Comune/Area geografica di origine o introdotta da altro territorio
B1.4 Tempo di presenza
B1.5 Percezione dell'entità del legame della risorsa con il territorio
B2 Informazioni storiche, antropologiche, indagini e studi scientifici
B2.1 Disponibilità di documentazione storica/archivistica a supporto del legame della risorsa genetica con il territorio
B2.2 Bibliografia
B3 Conoscenze tradizionali associate
B3.1 Utilizzo alimentare della risorsa
B3.2 Utilizzo non alimentare della risorsa
B3.3 Ambito di processo
B3.4 Processo di lavorazione del prodotto
Selezionare metodo di conservazione:
Selezionare metodo di trasformazione:
B3.5 Principali ragioni di utilizzo di una risorsa genetica
B4 Trasmissione dei saperi relativi a coltivazione e uso della varietà
Cenni storici (specificare)

Traccia:

  • Riferimento a riti e simboli della coltivazione (lune, ricorrenze, ecc.), scambio di seme fra agricoltori (ora e/o in passato), proverbi, favole, detti, storie legate alla cultura, nomi di prodotti derivati
  • Ricette (allegare, in formato digitale, le eventuali ricette alla sezione altri file, correlandola alla tipologia "file relazione storica")
  • Modalità di trasmissione dei saperi (scritta, orale etc.). Componenti della famiglia coinvolti nella trasmissione delle informazioni
  • Quali esperienze e quali soggetti sono stati fondamentali nell’apprendere i saperi relativi al bene? Chi ha trasmesso questi saperi? In quali occasioni?
  • A chi si stanno trasmettendo questi saperi? In quali occasioni? Sono stati introdotti cambiamenti rispetto ai saperi tradizionali?
B5 Note e commenti

Link e documenti correlati

  • Mantello: baio e sauro, raramente grigio.
  • Testa: profilo rettilineo, leggermente carica di ganasce; fronte larga con grande ciuffo; orecchie regolari molto mobili; occhi grandi edespressivi; narici grandi e mobili.
  • Collo: muscoloso attaccato alla testa in modo un po’ grossolano, ben attaccato alla spalla.
  • Spalla: poco inclinata, tendenzialmente un po’ corta.
  • Garrese: abbastanza rilevato, ben collegato al collo e alla spalla.
  • Dorso: lievemente depresso.
  • Lombi: leggermente lunghi.
  • Groppa: tendenzialmente corta e spiovente.
  • Petto: muscoloso.
  • Torace: ben sviluppato e profondo.
  • Arti: solidi e brevi.
  • Articolazioni: solide e abbastanza ampie.
  • Andature: vivaci e sicure.
  • Appiombi: poco regolari.
  • Piede: tendente al cilindrico con unghia solida.
  • Temperamento: vivace e ben rispondente all’ammansimento, adattabile ai principali sport equestri.
  • Altre caratteristiche: rustico e frugale.
  • Dati biometrici: altezza al garrese intorno ai 140 cm.
Informazioni risorsa
A1 Caratterizzazione morfologica
A2 Inquadramento agro-ambientale
A2.1 Identificazione sito

Luogo di conservazione

Modalità di conservazione In Situ/On Farm

Modalità di conservazione Ex Situ

 

A2.2 Conduttore dell'azienda

Attività agricola prevalente

A2.3 Ordinamento produttivo prevalente dell'azienda
A2.4 Caratteristiche luogo allevamento
A2.5 Rischio di erosione genetica o di estinzione
A2.6 Sistema allevamento
A2.7 Origine del materiale allevato

Origine riproduttori

Epoca di introduzione in azienda

Luogo dove è stato inizialmente reperito

A2.8 Consistenza
A2.9 Ruolo della risorsa in azienda
A2.10 Usi della risorsa

Destinazione

Ambito di processo

A2.11 Metodo di riproduzione
A2.12 Commercializzazione
A2.13 Rischio di perdita dell'accessione a giudizio del rilevatore
A2.14 Notizie su altre popolazioni o individui simili locali scomparsi
A3 Caratteri produttivi e riproduttivi

Fornire le sottostanti informazioni relative ai caratteri produttivi e riproduttivi della razza, in funzione della specie che si considera.
Caratteri produttivi
- per animali da latte: livelli produttivi di primipare e adulte per lattazione e durata lattazione, eventualmente % TG e TP per lattazione
- per animali da carne: peso a età tipiche (nascita, svezzamento o 30 gg, 90 gg, 6 mesi, 1 anno, peso medio alla macellazione
Caratteri riproduttivi
- stagionalità dell'estro: poliestro continuo o stagionale, periodo di anaestro
- età media al primo parto
- fertilità annua (intesa come rapporto percentuale tra il numero delle femmine partorite ed il numero delle femmine messe in riproduzione).
- prolificità (intesa come rapporto percentuale tra i nati ed il numero delle femmine partorite).
- fecondità annua (intesa come rapporto percentuale tra i nati ed il numero delle femmine messe in produzione).

A2 Inquadramento agro-ambientale

Luogo di conservazione

 
A2.1 Identificazione sito collezione
A2.2 Conduttore dell'azienda

Attività agricola prevalente

A2.3 Ordinamento produttivo prevalente dell'azienda
A2.4 Caratteristiche luogo di collezione
A2.5 Origine del materiale collezionato

Luogo dove è stata inizialmente reperita la risorsa

A2.6 Materiale ritrovato/collezionato

Tipo

Quantità

A2.7 Parti della pianta utilizzate

Selezionare almeno una voce

A2.8 Usi della pianta

Destinazione

ambito

A2.9 Metodo di propagazione
A2.10 Tipo di portainnesto
A2.11 Sistema colturale
A2.12 Gestione colturale

Avversità - tipo/diffusione

A2.13 Modalità di raccolta
A2.14 Metodi di conservazione e trattamento post-raccolta
A2.15 Commercializzazione
A2.16 Rischio perdita dell'accessione
A2.17 Notizie circa altre collezioni o varietà simili locali scomparse
A3 Caratterizzazione genetica e/o morfo-colorimetrica dei caratteri seminali e fruttiferi
A4 Caratterizzazione genetica

Non obbligatoria, se non su richiesta specifica della Commissione tecnico-scientifica

A4 Note e commenti
A5 Note e commenti

Link e documenti correlati

  • Mantello: diverso da morello, baio, grigio e sauro.
  • Taglia: diversa dallo standard o comunque superiore a 148 cm a 30 mesi.

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