Carciofo violetto di Samassi
Violettu de Samassi, Violetto di Provenza
Il carciofo violetto arrivò a Samassi negli anni '60 del secolo scorso. I primi ovoli di questa varietà, infatti, arrivarono dalla regione francese della Provenza, grazie ad un viaggio studio nelle campagne francesi di alcuni coltivartori di Samassi. Da allora sono rimaste invariate le tecniche di coltivazione e le varietà originali senza nessuna modificazione genetica.
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Regno: Vegetale
Famiglia: Asteraceae
Genere: Cynara
Specie: Cynara cardunculus L. scolymus (L.)Hayek
Area di origine: Samassi e areali cinaricoli della Sardegna
Rischio di estinzione e/o erosione genetica: Si
Agricoltori custodi: Fratelli Piras | Murru Michele | Piras Riccardo
La coltivazione del carciofo in
Sardegna, ha origini molto antiche, anche se non si hanno elementi precisi
sulla sua introduzione e diffusione nell’Isola. Sappiamo che già nei tempi
antichi era distribuita in tutte le aree fertili e con buona vocazione
agricola, la varietà coltivata per lo più era lo spinoso sardo per il consumo
quasi esclusivamente locale. Grazie alle preziose testimonianze di vecchi
agricoltori è stato possibile ricostruire l'evoluzione della coltivazione del
carciofo nel comune di Samassi.
Già a partire dalla seconda metà
degli anni 60 si è ha avuta una netta differenziazione rispetto agli altri
territori, introducendo e coltivando il violetto di Provenza, specie inerme, ad
opera di un gruppo di agricoltori locali con uno spiccato spirito
imprenditoriale. L’introduzione del Violetto di Provenza è scaturita da un
viaggio di lavoro nelle campagne della Francia meridionale, area geografica in
cui furono identificate diverse varietà inermi tra cui questa sopracitata di
cui furono recuperati gli ovuli che sono stati moltiplicati e in seguito distribuiti
agli altri colleghi. Questa tipologia di carciofo destò subito forte interesse
per via delle caratteristiche qualitative sia visive che organolettiche. Da
allora sono rimaste invariate le tecniche di coltivazione e le varietà
originali senza nessuna modificazione genetica.
Nel giro di qualche decennio la
coltivazione è arrivata ad occupare superfici importanti di oltre 1500 ettari
nel solo agro e nelle aziende di Samassi. Un ruolo particolarmente attivo è
stato svolto dagli agricoltori locali nel mantenimento della coltivazione della
varietà in loco, selezionando e propagando ogni anno il materiale da
riproduzione. La varietà è ormai endemica, coltivata fin dagli anni ‘60 ha
acquisito caratteristiche di adattamento al territorio di Samassi. La sua
coltivazione da qualche anno è sempre meno incisiva, essendo stata in parte
sostituita da altre varietà; tuttavia conserva un valore commerciale importante
grazie all’attitudine alla trasformazione e rappresenta una fetta importante
della carcioficoltura del Medio campidano e della comunità samassese in
particolare.